L’ideatore di Pensiero Libero è Alessandro Acito, altrimenti detto Acio. Autore, regista, produttore, imprenditore, esploratore. Quello che collega tutte le sue esperienze è un filo robusto e ben visibile – l’indipendenza di pensiero – che attraversa una biografia controcorrente, ricca di capitoli che portano da un campo all’altro…. insomma, una scheggia impazzita. Un viaggio tra televisione, documentari, sport, studi accademici e progetti culturali: la storia di Acio è un pò un faticoso nuotare controcorrente mantenendo la rotta sulle proprie idee.
Come fotografo reportagista Acio, dopo le esperienze con i rom e i viaggi in Africa, entra a lavorare nella televisione italiana, dove impara i trucchi del mestiere sul campo. Non è mai stato uomo da telòevisione: già allora mostra quella tipica allergia per le strade troppo battute. Molla il posto fisso e inizia la strada come produttore indipendente. LibLab, abbreviazione di Libero Laboratorio, è l’associazione che ha creato come piattaforma per la narrazione indipendente e nel 2008 diventa un progetto imprenditoriale: una vera casa di produzione, creata insieme ad altri disperati assatanati di autoproduzione. Sono gli anni del confronto italico tra il berlusconismo e il nepotismo della RAI. In Italia si soffoca. LibLab diventa un laboratorio alchemico con cui si sperimentano varie tecnologie, non ultimo il light broadcasting con cui Acio produce per Rai la Maratona di Torino sostituendo agli elicotteri, droni con encoder ancora non presenti sul mercato. E’ una rivoluzione tecnologica con cui Acio produce per il mercato televisivo, tra l’altro, due Olimpiadi, i Mondiali in Brasile, il viaggio del Papa a Rio per la Giornata Mondiale della Gioventù e tante altre cose. La televisione è una palestra per fare altro.
Il light broadcasting è infatti la base anche per creare il GAST, Gruppo di Acquisto Spazi Televisivi, con cui Acio, sempre con un’altra banda di pazzi scriteriati, allestisce una Smart riconvertita all’elettrico come fosse un camion regia e produce diverse trasmissioni indipendenti, acquistando spazi su tv locali, allestendo squadre lavoro di precari che si riqualificano attraverso questi progetti e proponendo format improbabili a cui aderiscono professionisti più o meno pazzi, più o meno noti. La pubblicità serve solo per coprire i costi di produzione.
Acio cerca uno spazio libero dai vincoli dell’industria tradizionale, in cui poter mettere in pratica una filosofia fuori dagli schemi. Con LibLab realizza progetti per broadcaster italiani e internazionali, ma alle proprie condizioni – leggerezza, innovazione e un tocco visionario. In sostanza, si inventa un modo tutto suo di stare nel mondo dei media: più piccolo, agile, indipendente, ma capace di giocarsela con i giganti quando serve.
Da questa tensione e dalla spiccata sensibilità per progetti di sostenibilità ambientale, nasce anche il The Village Doc Festival, festival indipendente di cinema documentario a cui aderiscono autori da tutto il mondo. Il festival, che Acio fonda e dirige, avviene nei non cinema e arriva a proporre addirittura proiezioni sui vagoni della metropolitana, in condomini popolari, in chiese sconsacrate.
Non pago di aver creato una realtà in Italia, Acio sposta il baricentro anche all’estero. La sua indole da esploratore-imprenditore lo conduce fino in Brasile, dove fonda Virus AudioVisual, un’azienda con un nome decisamente “contagioso”…. A San Paolo e dintorni, con Virus AudioVisual produce contenuti audiovisivi e coordina produzioni dinamiche, sfruttando l’esperienza già maturata nei grandi eventi.
Interessato agli angoli inesplorati e alle storie ai margini, Acio ha realizzato documentari indipendenti e sociali in mezzo mondo. In Colombia, ad esempio, produce e realizza con Leonardo Valderrama “Rosita no se desplaza”, la storia militante di una campesina che resiste allo sradicamento forzato: un documentario che vince il premio miglior film al Festival dei Diritti Umani. In Sri Lanka gira “SMS Sri Lanka My Sri Lanka” un film sullo tsunami del 2006 e l’esito nefasto della raccolta di denaro inviata al governo sinhala di Colombo. Acio realizza poi un documentario su Davide Van De Sfroos, cantautore dialettale del Lago di Como. Il film, intitolato “Tra il pre e il post”, viene pubblicato come DVD insieme a una raccolta musicale di Van De Sfroos. Ma realizza anche “Indiani Padani”, su un gruppo di cittadini che si oppone ad una inutile strada nel Parco Agricolo sud e “I Nostri Poveri”, sui senza tetto che sopravvivono tra i cantieri dell’Expo milanese.
L’esplorazione non si ferma al mondo dell’audiovisivo. Investe risorse ed energie anche nell’impegno sociale diretto. La sua passione in questo campo si è concretizzata in un progetto tanto insolito quanto efficace: il rugby sociale. Acio è infatti tra i fondatori (e oggi Presidente) di RugBio, una polisportiva nata nell’hinterland milanese con l’idea di usare il rugby come veicolo di inclusione per bambini e ragazzi. RugBio ha aperto campi di minirugby dove prima non ce n’erano, portando lo sport anche a chi normalmente ne resterebbe escluso per motivi economici o sociali. Ma la cosa non finisce nei confini lombardi perchè il rugby sociale di Rugbio è arrivato fino in Mozambico dove è stato avviato il progetto RugBio Magoanine. Rugbio dal 2014, anno di nascita, è cresciuto così tanto che oggi gestisce tre centri sportivi in Italia e spesso ospita iniziative non solo sportive.
Laureato in Storia, ha proseguito con un master in Cinema Documentario presso le scuole Civiche di Milano. Negli ultimi tempi ha conseguito un Master in Marketing Digitale presso Cama e uno in Intelligenza Artificiale con Il Sole 24 Ore. Storia medievale e algoritmi di machine learning convivono in uno spirito controcorrente e multidisciplinare.
Ha pubblicato “Fra Ginepro. Storia di un frate fascista”, la biografia storica di Fra Ginepro, un frate scomodo per la Chiesa e la storiografia perchè appoggiò il fascismo anche dopo il 1945. Un terreno minato, dove ideali religiosi e ideologie politiche si intrecciano, che è in ristampa presso l’editore Il Cerchio. Oggi sta lavorando ad una nuova pubblicazione di cui non si possono rivelare dettagli.
Da questa attività poliedrica nasce Pensiero Libero, un progetto culturale che riflette alla perfezione la tensione di Acio verso l’indipendenza, la complessità, l’esplorazione dei margini e il diritto di porre domande scomode. Pensiero Libero dà la parola a chi sta fuori dal coro e cerca di creare spazi di dialogo autentico. Il dialogo ha senso quando accetta la diversità. L’incontro personale aumenta la possibilità di conoscere. Il pericolo di un pensiero unico, dominante e omologante, con la solitudine dell’abuso di social o dell’interazione a distanza, non permette una crescita critica e analitica, relegando l’uomo ad un essere autocelebrativo delle proprie opinioni, che spesso sono timori e strutture psicologiche senza dinamicità.